Festival Cinemambiente
I FILM VINCITORI
➤ Premio Asja per il miglior documentario della sezione internazionale, assegnato dalla giuria composta da Alex Bellini, Massimo Bernardi, Johannes Kostenzer, Petrula Veljanovska, Ottavia Virzì, a:
The Town that Drove Away di Grzegorz Piekarski, Natalia Pietsch (Polonia 2025, 70’)
con la seguente motivazione:
Con passo lento e delicato, il film ci mostra che le persone non possono semplicemente essere trapiantate altrove. La narrazione ci conduce in un villaggio sconvolto dall’arrivo degli escavatori, dove lo spazio per la memoria si fa sempre più esiguo. Con una regia attenta e tocchi lirici, assistiamo all’annientamento silenzioso di una storia secolare, sommersa dalle acque di una diga che avanza inesorabile.
Il film ci lascia con una domanda aperta: l’economia può davvero legittimare la perdita dei legami locali e della memoria storica?
La giuria ha inoltre assegnato una menzione speciale a:
Middletown di Jesse Moss, Amanda McBaine (USA 2025, 110’)
con la seguente motivazione:
Il film Middletown ci offre un potente promemoria sull’importanza dell’impegno civico e dell’educazione come strumenti essenziali per ricostruire la SPERANZA nel cambiamento.
Attraverso un uso raffinato e toccante di materiali d’archivio altrimenti destinati all’oblio, il film mette in luce la forza della gioventù e dei cittadini attivi: quando ci mobilitiamo, possiamo davvero incidere sulla realtà e sfidare i grandi poteri.
➤ Premio SMAT per il miglior cortometraggio della sezione internazionale, assegnato dalla giuria composta da James Berclaz-Lewis, Perturbazione, Valeria Vantaggi, a:
Bloodline di Wojciech Węglarz (Polonia 2024, 12’)
con la seguente motivazione:
Nel silenzio inquietante del confine ghiacciato della foresta di Balowieka, un maestoso bisonte invita lo spettatore alla contemplazione. Prima l’espansione onirica delle pianure innevate, poi lo sguardo, delicatamente guidato, si posa sul sommesso dramma umano lungo il confine militarizzato tra Polonia e Bielorussia. Attraverso un meticoloso intreccio sonoro e visivo, il nostro mondo implacabile si svela a poco a poco – duro, spietato, ma accanto al nostro benevolo e vigile custode. Bloodline ci chiama a fare i conti con la violenza silenziosa dei confini innaturali.
La giuria ha inoltre assegnato una menzione speciale a:
Hic svnt dracones di Justin Fayard (Francia 2024, 13’)
con la seguente motivazione:
Per l’abilità di trasportare lo spettatore in una dimensione senza tempo, profondamente estranea al nostro presente frenetico. La paura dell’ignoto si trasforma lentamente in una risonanza con il cosmo. Questo effetto viene raggiunto grazie a una tecnica pittorica magistrale, a un paesaggio sonoro misterioso e contemplativo, e a una tensione narrativa che non esplode mai, ma ci guida con eleganza da un piano materiale a uno spirituale.
➤ Premio IREN del pubblico per il miglior documentario in gara nel Concorso internazionale, assegnato dagli spettatori del Festival a:
Blame – Bats, Politics and a Planet out of Balance… di Christian Frei (Svizzera 2025, 122’)
➤ Riconoscimento speciale “Gaetano Capizzi” per il miglior film della sezione Made in Italy, assegnato dal relativo comitato, composto da Silvana Dalmazzone, Marino Midena, Giulio Sangiorgio, a:
Valentina e i MUOStri di Francesca Scalisi (Italia, Svizzera 2024, 80’)
con la seguente motivazione:
Per la capacità di unire un piano individuale, che si sviluppa a poco a poco, a uno di carattere sociale, riuscendo ad approfondire i due livelli con uguale capacità di racconto e di analisi. Valentina, con la sua graduale presa di coscienza, assomiglia sempre più a una Greta nel suo desiderio di denunciare il danno ecologico e il suo grido assume la forza identitaria di una generazione – ma anche di una classe sociale – vittima di ingiustizia ambientale.
➤ Premio Slow Food, istituito dal Festival e da Slow Food Italia, per il film che meglio abbia saputo trattare il complesso e articolato tema del rapporto tra cibo, agricoltura e ambiente, assegnato dalla giuria composta da Barbara Nappini, Serena Milano, Roberto Burdese, Piero Sardo, a:
Mut di Giulio Squillacciotti (Italia 2025, 18’)
con la seguente motivazione:
Una finestra che si apre sulla montagna e ci regala scorci meravigliosi dell’estate. Non si tratta, però, di una cartolina. È, invece, la montagna dell’alpeggio, il mut (ovvero il monte, in dialetto bergamasco) dove una giovane famiglia, con i suoi animali, vive la bella stagione, producendo formaggi, portando avanti una storia antica che si ripete e si rinnova, anno dopo anno, tenendo assieme un solido legame con il passato e uno sguardo pieno di speranza per il futuro.
La speranza è incarnata dai due protagonisti: un ragazzino che ha già imparato a ripetere, con misurata maturità, i gesti del mestiere di allevatore e il piccolo fratello che ne segue spensierato le orme, coltivando l’amore per i suoi animali.
Entrambi in un rapporto spontaneo, autentico e integrato con la montagna, mentre i turisti entrano ed escono dalla scena come disorientati intrusi.
La montagna rivelata dalle bellissime inquadrature di Giulio Squillacciotti non è certo facile ma è forse unica nel mostrare all’uomo come vivere in armonia ed equilibrio con la natura.”
➤ Premio Ambiente e Società, istituito dal Festival e dalla Cooperativa Sociale Arcobaleno, per il film, scelto dai lavoratori e dalle lavoratrici della Cooperativa, che meglio abbia saputo coniugare i temi ambientali e la dimensione sociale, assegnato a:
Valentina e i MUOStri di Francesca Scalisi (Italia, Svizzera 2024, 80’)
con la seguente motivazione:
La regista è riuscita a cogliere la bellezza e la poesia (e a trasmettercela) in un contesto apparentemente scoraggiante e drammatico dove i “mostri” non sono solo nella fantasia ma esistono e impattano negativamente in un contesto sociale già di per sé difficile da affrontare. I fiori all’uncinetto di Valentina ci appaiono come la risorsa nascosta che ognuno ha dentro di sé per affrontare le proprie paure immaginarie o reali che siano.
➤ Premio Casacomune, istituito dal Festival e da Casacomune, assegnato al film o all’autore che meglio sia stato in grado di riflettere temi legati alla spiritualità intesa come dimensione strettamente legata alla natura di cui facciamo parte, assegnato a:
Abito di confini. Muoversi dietro le quinte del palcoscenico italiano di Opher Thomson (Italia 2025, 40’)
con la seguente motivazione:
Per la sua capacità di imporsi – in un racconto per fotogrammi della traversata di un migrante dall’est all’ovest del Nord Italia – come una contro-narrazione in grado di valicare i confini di etichette e definizioni sempre più deumanizzanti. Un’opera piena di movimento, anche se composta da immagini fisse, priva di parole eppure così tanto interrogativa, urgente e ipnotica.